Empoli, 21 febbraio 2013
Preoccupazione e timori dopo la scoperta che la colonia di uccelli è affetta da «pseudoaviaria»
UNA SITUAZIONE pesante, sotto gli occhi di tutti, ormai dura da digerire per le centinaia di cittadini che ogni giorno frequantano l’ospedale. La questione piccioni in esubero e affetti dalla malattia di Newcaste non lascia indifferenti. C’è malcontento, rabbia. Gli utenti del San Giuseppe storcono il naso davanti alla precaria situazione igienica che si è creata e alla quale Asl 11 e Comune stanno cercando di porre rimedio con un piano di cattura ed eliminazione della colonia che conta tra i 500 e i 2mila piccioni.
PER RENDERSI conto che il tetto dell’ospedale è letteralmente infestato dai piccioni basta alzare gli occhi al cielo. Ci sono uccelli che svolazzano da un cornicione all’altro, passando da una pozza d’acqua, sul tetto dell’edificio in costruzione, a qualche ghiotto bocconcino sull’argine dell’Arno, lì a due passi. Lungo il fiume tra insetti di ogni genere e qualche avanzo di cibo abbandonato forse per sfamare i gatti di strada, il menù è di quelli ricchi. Ma per comprendere la gravità della situazione non è necessario star con il naso all’insù, basta camminare.
«La palazzina rosa? Guardi, per trovare prove del passaggio dei piccioni basta fare due passi verso l’obitorio. C’è un tappeto di escrementi. Non se ne può davvero più — sottolinea Donato Zotta — Che prima o poi si verificasse una situazione di questo tipo, con situazioni igieniche al limite, era più che immaginabile. Del resto la città è invasa dai piccioni. E’ chiaro apprendere che sul tetto dell’ospedale, un posto che dovrebbe garantire massima sicurezza e pulizia, vive una colonia di duemila piccioni, per di più malati, che mettono a rischio l’igiene pubblica non fa certo piacere. Ma, ripeto, non è nemmeno una sorpresa così grande. Del resto —prosegue — i Comuni non intervengono e i piccioni si moltiplicano. Fa sorridere che quando entriamo o usciamo dai reparti, ci troviamo davanti il barattolo dell’amuchina per disinfettarsi le mani quando, venendo da fuori e passando sopra gli escrementi, li portiamo involontariamente in giro per i corridoi».
«HO APPRESO in questi giorni del problema igienico sanitario legato alla presenza di un numero così grande di piccioni all’ospedale. Certo non si tratta di una bella situazione — sottolinea Elia Casini — è una questione che va risolta e in fretta. Mi viene da pensare che si tratti di un problema forse inizialmente sottovalutato: probabilmente era necessario prendere provvedimenti prima, evitando che la situazione divenisse così seria. Ci sono alcuni metodi per allontanare questi animali, magari impiegando dei dissuasori».
«Cadiamo un po’ dalle nuvole perché non abbiamo mai notato piccioni morti in giro, nella zona dell’ospedale. E’ chiaro che se la situazione è questa — spiegano Stefano ed Elena Bertoni — va risolta in un modo o nell’altro. L’ospedale è una struttura dove ci deve essere massima igiene, non situazioni a rischio. Quindi, anche se si tratta di uccidere così tanti animali, è giusto intervenire in fretta. E soprattutto —concludono — è importante che vengano presi provvedimenti per evitare che tra un anno la situazione torni al punto di partenza».
«DISPIACE che una struttura come quella ospedaliera presenti una situazione del genere ma a mio avviso il problema è di difficile soluzione visto che i piccioni vanno e vengono — spiega Dora Alaimo — E’ necessario intervenire in modo preventivo, anche perché se si pensa che la sanità è costretta a fare i conti con tagli e soldi sempre più risicati, 16mila euro spesi per risolvere la questione piccioni malati sembrano davvero tanti. Quindi forse è meglio prevenire che dover correre ai ripari sborsando migliaia di euro».
Vir: https://www.lanazione.it/empoli/cronaca/2013/02/21/848575-ospedale_invaso_piccioni_malati_rabbia_pazienti.shtml